2.4. STRUTTURA DELLE VOCI E ABBREVIAZIONI

 

 

La descrizione delle voci puō avvenire secondo i due seguenti livelli:

 

Descrizione grammaticale e lessicale. Sono riportati il valore morfologico del vocabolo, i suoi significati (primi, figurati o traslati, articolazioni) in traduzione italiana o la spiegazione del termine quando questo sia intraducibile, le eventuali frasi esplicative o idiomatiche, gli eventuali proverbi o modi di dire, le eventuali varianti grammaticali (diminutivi, accrescitivi, dispregiativi, vezzeggiativi o superlativi, locuzioni avverbiali o espressioni, etc.). Costituisce il vocabolario vero e proprio, da utilizzarsi per un’eventuale traduzione.

 

Descrizione “enciclopedica”. La voce č descritta con spiegazione delle particolaritā dell'oggetto e del suo uso, non del vocabolo. Compare soprattutto per quei termini relativi alla vita del passato, al lavoro artigianale o agricolo tipici della cultura del territorio comunale di Chiuro. La trattazione di questa seconda sezione č libera, discorsiva, non soggetta a regole fisse come quelle della prima sezione; ci possono essere pių periodi, punteggiatura varia, espressioni o termini dialettali che possono aiutare a spiegare o che risultano particolarmente calzanti. Va da sé che questo livello di descrizione non sempre compare nella trattazione della voce; raramente, quando non c’č esatto corrispondente in italiano e non si riesce a sintetizzazzare la traduzione si ha solo la descrizione del secondo tipo (es. estķbgi). Dal punto di vista tipografico il livello risulta evidenziato dal fatto di essere posto a capo, dopo la prima parte.

sambǜch - sm. sambuco (Sambucus nigra L.)

Arbusto che vegeta in cespugli su terreni umidi, sull'argine dei fossi o 'n di buschėni; in passato serviva ai ragazzi per costruire el s'ciupčt o schitāc; i fiori bianchi venivano usati in cucina, con le bacche nere si tentava di fare l'inchiostro.

 

 

Nella trattazione di una voce, per quanto riguarda il livello di descrizione grammaticale e lessicale, si possono distinguere le parti che seguono, nell'ordine sotto riportato.

 

a –  Il lemma č scritto nel carattere Times New Roman, 11 punti, grassetto; nel caso di vocabolo utilizzato solamente a Castionetto o a Chiuro, si specifica con la sigla CA o CH, tra parentesi.

fėm (CA) -

sānch (CH) -

 

b –  Dopo il lemma, fra parentesi in Times New Roman, 11 punti, vengono riportati: per i verbi la prima persona singolare del presente indicativo e il participio passato; per i sostantivi il plurale, se differente dal singolare; per gli aggettivi il plurale maschile, se diverso dal singolare, il singolare e il plurale femminili.

pesā (mi pési, pesāt) -

tāul (tāui) -

calurųs (calurųsa-calurųsi) -

 

c –  Il valore morfologico del termine č sempre presente, espresso tramite abbreviazione (vedi elenco) in carattere Arial 9 punti; se il valore morfologico varia all’interno di voci articolate in pių parti, l’indicazione appropriata viene riportata di volta in volta.

mān - sf.

 

accr.

Accrescitivo

agg.

Aggettivo

art.

Articolo

avv.

Avverbio

card.

Cardinale

cong.

Congiunzione

dim.

Diminutivo

dimostr.

Dimostrativo

dispr.

Dispregiativo

escl.

Esclamativo

f.

Femminile

indef.

Indefinito

inter.

Interiezione

interr.

Interrogativo

intr.

Verbo intransitivo

intr. pron.

Verbo intransitivo pronominale

m.

Maschile

num.

Numerale

ord.

Ordinale

pers.

Personale

pl.

Plurale

poss.

Possessivo

p.p.

Participio passato

prep.

Preposizione

pron.

Pronome

rel.

Relativo

rifl.

Verbo riflessivo

rifl. recip.

Verbo riflessivo reciproco

s.

Sostantivo

sf.

Sostantivo femminile

sing.

Singolare

sm.

Sostantivo maschile

superl.

Superlativo

tr.

Verbo transitivo

vezz.

Vezzeggiativo

 

d –  Il significato o i significati sono indicati in Times New Roman 11 punti, a cominciare dal termine italiano che costituisce la traduzione pių immediata, valida in tutte le accezioni. Quando al termine dialettale si adatta uno solo fra i significati del corrispettivo italiano, si precisa la traduzione con sinonimi o con altri chiarimenti; la stessa modalitā si adotta per termini che in italiano sono rari o tecnici.

māt - sm. romano, contrappeso della stadera.

spresųr - sm. spersola (attrezzo per la produzione del formaggio).

Al primo significato seguono, separati da virgola, significati equivalenti e, separati da punto e virgola, significati che si scostano in modo non importante dal significato primo, cioč quelli per i quali č facilmente possibile rilevarne il legame lessicale.

capčla (capčli) - sf. capocchia di un chiodo; cappello del fungo.     

Quando un vocabolo sia soggetto a nette variazioni di significato, per esempio passando da un campo ad un altro, oppure quando cambia valore morfologico, i significati variati sono introdotti da numerazione progressiva 1., 2., 3.

cķdega (cķdeghi) (CA) - sf. 1. cotenna del maiale. 2. strato superficiale erboso di un prato.

brķdech (1: brķdega-brķdeghi) (CA) - 1. agg. sporco. 2. sm. sporcizia

 

e –  I significati figurati di un termine, usualmente originati nel passaggio da cosa o animale a persona, spesso come termine scherzoso o ironico, vengono riportati dopo punto e virgola e preceduti da una freccia.

barbės - sm. baffo; Ž persona baffuta.

cadenāsc - sm. catenaccio; macchina vecchia e malandata; Ž persona alta e ossuta.

 

f –   Alcune frasi esplicative possono essere presenti ad illustrare l’uso del vocabolo nel significato appena citato; sono riportate dopo due punti in Times New Roman, 11 punti, corsivo e sono seguite da segno di uguale e traduzione. La fraseologia č introdotta senza distinzione tra le parlate di Chiuro e di Castionetto, ma dando la prevalenza ora ad una ora all'altra parlata, secondo l'efficacia e l'incisivitā della frase stessa. In genere č stato privilegiato il dialetto della frazione perché ritenuto pių caratteristico e peculiare e meno 'italianizzato' di quello di Chiuro.

sanigā (mi sanėghi, sanigāt) - tr. scuotere, scrollare: sanigā i ram per fa da giķ i nus = scuotere i rami per far cadere le noci, sanigā 'n pal = scuotere un palo (per sradicarlo).

 

g –  Per alcuni termini sono riportate espressioni derivate, frasi idiomatiche, esempi di uso particolare, locuzioni avverbiali, dopo barra verticale, in Times New Roman, 11 punti, corsivo; tali frasi sono seguite da segno di uguale e traduzione, a volte doppi, se la traduzione letterale č insufficiente; in questo ambito sono inseriti anche detti o proverbi, per i quali si aggiunge l’espressione “prov.” tra parentesi.

sās - sm. sasso, pietra | giügā ai sas = giocare ai sassi (gioco popolare delle ragazze del passato).

 

Frasi esplicative (f) od idiomatiche (g) sono riportate una sola volta, nella trattazione del termine che appare pių significativo al riguardo (ad esempio non sono mai riportate sotto gli avverbi int, fö, sü… ma sempre sotto il verbo che li accompagna). Si fa presente che in queste frasi potrebbero raramente essere presenti parole che non sono inserite nel vocabolario (ma sono facilmente comprensibili), che si limita ad essere un repertorio, sia pure ampio, dei termini della parlata di Chiuro e Castionetto (vedi 2.1. Scelta dei lemmi, penultimo capoverso).

 

h –  In coda alla descrizione, separati da doppia barra verticale, in Times New Roman, 10 punti, grassetto, con la morfologia relativa, si trovano diminutivi, accrescitivi, dispregiativi, vezzeggiativi, superlativi, forme verbali ottenute dal lemma con l'aggiunta di preposizioni, avverbi o pronomi enclitici, forme riflessive, quando di uso frequente. Non sempre sono accompagnati dal significato in italiano, se direttamente ricavabile dal significato del lemma principale.

lādru (lādri) - sm. 1. ladro || accr. ladrųn. 2. presa elettrica multipla.

lavā (mi lāvi, lavāt) - tr. lavare || lavā giķ (CA) - gių (CH) tr. lavare i piatti, rigovernare | lavā gių ‘l müs = sgridare, dare una lavata di capo || lavā sǜ tr. lavare i pavimenti.

 

i –   Alla fine della descrizione di termini usati solo a Chiuro o solo a Castionetto, separato da una barra obliqua, viene indicato il rimando alla corrispettiva voce dell’altro paese.    

trapiné (CA) - sm. talpa / CH tupėn.

 

Qualora vi siano lemmi con grafia identica (ad eccezione del tipo di accento), ma con significato completamente differente, questi sono preceduti da numeri in cifra araba 1), 2), 3).

 

 

Nella tabella che segue si riassumono i segni di punteggiatura e i simboli utilizzati nella descrizione delle voci, con il loro uso e significato.

 

,

separa sinonimi

 

;

separa significati differenti

 

; Ž

introduce significati figurati (cosa o animale Ž persona)

 

:

introduce frasi esemplificative dell'uso di un termine, che non aggiungono significati diversi rispetto a quelli espressi nella traduzione

 

|

introduce frasi idiomatiche in cui il termine č usato in modo particolare, diverso da quello espresso nella traduzione (č il caso, ad esempio, dei proverbi)

 

||

introduce diminutivi, accrescitivi, dispregiativi, vezzeggiativi, superlativi; introduce anche varianti di un verbo dovute all'aggiunta di preposizioni, avverbi o pronomi enclitici, che ne possono modificare il significato

 

=

č usato per introdurre la traduzione di una frase in dialetto

 

/

introduce il rimando nel caso di corrispondenza tra termini usati a Chiuro e a Castionetto, dopo la descrizione della voce

 

 

Nella descrizione delle voci vengono utlizzate, per quanto possibile, delle espressioni standard, riportate nella tabella seguente.

 

(prov.)

č usato quando la frase costituisce un detto o un vero e proprio proverbio

 

come xxx

č usato quando due parole hanno identico significato e vi č solo qualche leggera variante, per lo pių grafica, ma non nella radice semantica; la descrizione completa della voce appare nel lemma di uso pių frequente, il rimando in quello meno diffuso; se la frequenza d’uso č uguale la traduzione si trova nel lemma che precede

 

cfr. xxxx

č utilizzato per il rimando alla voce xxx attinente a quella in consultazione

 

solo nell’espressione

 

č usato per termini che non hanno un utilizzo autonomo

 

raro per xxx

č usato quando due parole hanno identico significato ma una ha frequenza d'uso molto limitata rispetto all’altra, xxx

 

(sin. xxxx)

č usato per indicare il sinonimo xxx particolarmente efficace per la voce in trattazione

 

vedi xxx (XX)

č usato solamente per termini di Chiuro e Castionetto in alternativa perfetta; la descrizione completa della voce appare nel lemma che precede, con citazione della voce dell’altro paese; nel termine che appare successivamente, si trova solo il rimando