2.2.4. Pronomi
Troviamo nel dialetto tutti i tipi di pronomi della lingua italiana. I pronomi personali in forma tonica (sia come soggetto che come complemento con preposizione) sono mi, ti, lü, lé, nün, viòtri (vótri a Castionetto), lur. Mi e ti si usano anche quando in italiano si ricorre a “me” e a “te” (fa cùma mi, pòr mi…). I pronomi personali in forma atona sono me, te, ghe (per la terza persona singolare e plurale e per la prima persona plurale) e ve per il complemento di termine; me, te, el, la, ghe, ve, i per il complemento oggetto. A questi vanno aggiunte le particelle pronominali nella costruzione delle forme verbali tipiche dei dialetti settentrionali (detti anche forme soggettive proclitiche), che nel nostro dialetto sono presenti per la seconda (te) e la terza persona singolare (el/la), e per la terza persona plurale (i); assimilabile è en per la prima persona plurale, che, tuttavia, si ritiene origini da una costruzione impersonale (come in italiano “noi si mangia”, o, in francese, “on mange”). La particella atona se è usata per costruire i verbi riflessivi e gli intransitivi pronominali, tranne con la prima persona singolare (me) e la seconda plurale (ve); la sola s aggiunta al verbo d’origine forma l’infinito (lavàs). Sempre a se si ricorre per costruire le forme impersonali di verbi intransitivi o transitivi senza oggetto espresso (se rinéga, se mör); nei verbi senza soggetto la particella usata è el (el piö́f). Molto usate unite ai verbi le particelle pronominali di valore neutro con possibile variazione e precisazione di significato del verbo: 1) la, enclitica nell’infinito (fàla) e nell’imperativo (màngela); 2) ghe, che nell’infinito e nell’imperativo diventa -ch enclitico, come avverbio di luogo o con valore indeterminato (avéch); 3) en (ne con la terza persona singolare e plurale), enclitica nell’infinito e nell’imperativo (fan). Frequente è pure l’unione delle varie particelle (fàghela, vegnìghen fö…). Nella forma interrogativa si sente a volte il pronome usato encliticamente (cùme vàla?, cùme stét?, tégnel?, végnela u mìga?), accanto alla forma più comune (cùme la va?, cùme te sté?, el tégn?, la végn u mìga?). In disuso fra le giovani generazioni, ma un tempo frequente anche in famiglia, l’allocutivo reverenziale o di cortesia nella seconda persona plurale vü (vü màma, vü zìu…) I pronomi atoni si combinano fra loro in diversi modi quando sono raggruppati e a volte subiscono una trasformazione. Si consideri la scheda 1 in fondo alla sezione. I pronomi possessivi (o aggettivi possessivi sostantivati) sono mè (femminile mìa; plurale mé sia maschile che femminile), tò (tùa; tö), sò (sùa; sö - anche per la terza persona plurale), nòs (anche al plurale; femminile: nòsa-nòsi), vòs (anche al plurale; femminile: vòsa-vòsi). Sono usati per lo più per indicare proprietà (su en del mè) o familiari (in particolare i genitori: cùma i sta i tö?). Il pronome dimostrativo più usato è quèstu/quéstu (quìs’c al plurale; femminile: quésta-quìsti), molto spesso troncato in quèst/quést, con l’aggiunta degli avverbi chilò o chi; altro dimostrativo è quèl/quél (plurale: quìi; femminile: quèla-quìli), spesso accompaganto dagli avverbi gliò o là. Più consistente, come in italiano, il numero di pronomi indefiniti singolativi (ün, quaiǜn, vergùt, òtru), collettivi (ognǜn, tüt), negativi (nesǜn, negùt), quantitativi (puch, tròp, tant). Molti sono difettivi del plurale o del femminile; sono presenti molte varianti e alternative (ad esempio quaicòs o vergùta per vergùt). Il solo pronome relativo è che, non essendo previsto l’uso di frasi con il pronome relativo come complemento indiretto (in italiano: a cui, del quale, etc.); per il complemento di stato in luogo + relativo si ricorre all’avverbio dùa (come in italiano “dove”) preceduto o meno da en: el casèt (en) dùa gh’è dint i cugià. A volte si usa chi come pronome doppio dimostrativo (o indefinito) + relativo (chi ‘l stǜdia, l’è prumòs); spesso, tuttavia, il pronome relativo che viene espresso, anche unito a chi nella forma chìca (chìca ‘l stùdia, l’è prumòs; gh’el dìsi a chi ch’ el me par). Pronomi interrogativi sono chi, còsa, quàl, quànt.
Nel vocabolario i pronomi sono indicati con le sigle pron. pers., pron. poss., pron. dimostr., pron. indef., pron. interr. |
SCHEDA 1 - Pronomi
in rosso la particella pronominale tipica dei dialetti del nord; in blu il complemento oggetto; in verde il complemento di termine. con un solo pronome in italiano (atono)
con due pronomi in italiano (atoni)
uso enclitico delle forme atonemàngel - IMPERATIVO màngetel - IMPERATIVO mangìven - IMPERATIVO màngel mìga - IMPERATIVO NEGATIVO mangiàl - INFINITO fàghela - INFINITO
(#) Ovviamente anche lü ‘l màngia; non sono state indicate nelle tabelle variazioni di questo tipo. (*) In tutte le tabelle si è utilizzato il pronome viòtri e non la versione di Castionetto vòtri. (°) Significa che en può essere omesso; in questi casi si è preferito non riportare per esteso le due varianti. (=rifl.) Corrisponde alla forma propria dei verbi riflessivi (anche se queste espressioni sono forme di riflessivo apparente). |